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Un insegnamento grandioso da un friulano DOC.

Articolo scritto da Marco Velludo

Ecco, secondo me, cosa vuol dire voler bene dal propria terra, alla propria gente, al proprio lavoro e cosa ancora vuol dire “lasciare qualche cosa di se al futuro”. Quanto riportato nell’articolo che ho letto oggi (04 settembre 2017) su Economia e Finanza (di Repubblica.it) mi ha colpito perché non tutti gli imprenditori sono assetati di solo denaro (facile), non tutti gli imprenditori sono senza umanità (pronti a licenziare e non valorizzare i loro collaboratori)  e non tutti i lavoratori sono ingrati o non rispettosi o insensibili a certi valori.

Imprenditore muore e lascia l’azienda ai dipendenti. I lavoratori: “Faremo vivere il suo sogno”

La scelta di Andrea Comand, 39 anni, morto a luglio per un tumore. La lettera di ringraziamento dei suoi dipendenti: “Gli dimostreremo che grande maestro è stato”

Un gesto di affetto nei confronti di chi aveva scelto di stargli vicino fino all’ultimo.  È la scelta di un imprenditore friulano, Andrea Comand, 39 anni, di Mortegliano (Udine) morto in luglio per un tumore, che ha disposto di lasciare ai cinque dipendenti l’officina di sua proprietà, da lui avviata nel 2011. L’azienda – come ha riportato il quotidiano Messaggero Veneto – ha riaperto oggi, secondo il desiderio di Comand, con quelli che sono stati i suoi più stretti collaboratori. Nel corso dell’ultimo mese i dipendenti hanno acquisito le quote donate da Comand e l’intera proprietà dell’attività, che era chiusa da Ferragosto.

Una decisione che i lavoratori hanno accolto con una lettera di ringraziamento, pubblicata sullo stesso quotidiano.  “Come sempre ci ha spiazzati – si legge nella lettera pubblicata sul quotidiano a firma di Dorina Bulfoni, Andrea Benvenuto, Andrea Cuzzolin, Giuliano Fabro e Simone Zanin – con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti, impegnativi ma fatti con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze. Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia. Il nostro motto – prosegue ancora la lettera  – è stato sempre quello: ‘Non lasciamolo solo ma stiamogli accanto come una famiglia’. Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato ma soprattutto per fargli ‘vedere’ che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia”.

GRAZIE, ANDREA del tuo esempio e del tuo coraggio. Auguri ai tuoi collaboratori e coraggio perchè hanno una bella responsabilità.

 

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